“Abbiamo fatto presente nelle sedi istituzionali l’importanza di un prezzo dell’energia competitivo per poter confermare i nostri impegni di investimento per il futuro di Ast. Oggi noi paghiamo l’energia tre o quattro volte più dei concorrenti europei e per noi è la prima voce di costo”. Mario Caldonazzo, ad del Gruppo Arvedi Ast, in occasione dell’apertura della mostra “La Grande opera”, da domani e fino al 23 ottobre al PalaSì, ha confermato che senza il un prezzo più basso per l’energia non ci sarà accordo di programma.
“Siamo di fronte – ha spiegato – ad un caso di scarsa competitività e distorsione della concorrenza. Noi confermiamo gli impegni ma c’è bisogno che la questione venga risolta in maniera strutturale. Dal Febbraio 2022, quando siamo entrati, abbiamo già investito 250 milioni, 150 dei quali pagheremo entro fine anno e in più i dipendenti sono cresciuti. Ma deve essere messa in condizione di dover competere contro Europa e Cina. E specifica: “Non è solo una questione ternana, ma il sito di Terni compete con operatori che sono in zone dove l’energia costa meno”. Dimitri Menecali, ad di Arvedi Ast aggiunge: “La questione è ben nota e l’abbiamo presentata da più parti. Il territorio offre grandi possibilità in termini di soluzioni del problema: da questo dipende il futuro e la stabilità dell’occupazione dell’azienda”
Ma con buona pace del Governo, che proprio ieri annunciava di aver messo a punto lo schema di accordo di programma, Caldonazzo sottolinea come “il tavolo del 9 non credo porterà alla firma dell’accordo: si tratterà solo di un incontro di confronto. Valuteremo le proposte che ci verranno fatte”. Sul piano industriale interviene anche Menecali: “L’obiettivo è quello di rilanciare l’azienda e renderla leader del mercato europeo: rimangono invariati obiettivi e piano di rilancio. Ma se permangono queste differenze tutto questo rischia di essere vanificato. L’incontro di mercoledì sarà decisivo”.
E sul tubificio, dove a breve verranno attuati 14 esuberi: “Abbiamo concluso l’accordo sindacale su un minimo ridimensionamento occupazionale: chi uscirà da lì verrà reintegrato all’interno di Ast. Però cosa dobbiamo aspettarci del tubificio bisogna chiederlo all’Europa, per esempio dovrebbe dire cosa vuole fare delle auto elettriche. Di sicuro finchè c’è mercato noi continueremo ad alimentarlo”.