Nulla di fatto nel tavolo al Mise sul fronte Ast-Accordo di Programma. All’incontro, presieduto dal ministro, hanno partecipato una rappresentanza dell’azienda, i sindacati confederali e di categoria, la presidente della Regione Umbria (in videoconferenza), l’assessore regionale alle Attività Produttive, il sindaco di Terni, i rappresentanti della presidenza del Consiglio, del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e della Provincia di Terni.
Le parole del ministro Urso
Il Mise ha portato all’attenzione di Arvedi-Ast lo schema di accordo di programma annunciato nei giorni scorsi dal ministro Urso, ma la soluzione del problema è ancora lontana: “Abbiamo avviato – sottolinea Urso – un dialogo con la presidenza del Consiglio, la Regione, i ministeri competenti e il gruppo Arvedi volto a valutare la possibilità di ottenere tariffe energetiche più competitive per Acciai speciali Terni, per garantire allo stabilimento un approvvigionamento sostenibile a lungo termine, consentendo gli investimenti e il mantenimento dei livelli occupazionali”.
Urso ha comunicato ai sindacati la volontà di redigere, come fatto per l’automotive, “un ‘Non paper sulla siderurgia’ in quanto l’attuale meccanismo del Carbon border adjustment mechanism può penalizzare pesantemente le aziende siderurgiche europee”, inoltre il ministero “conferma gli impegni del governo nell’accompagnare il piano di investimenti e la realizzazione dell’accordo di programma” di Acciai speciali Terni, oltre “a un percorso che assicuri un costo calmierato dell’energia fino al 2029”. In merito allo stato di avanzamento dell’accordo di programma, il ministro ha invece sottolineato “come le risorse destinate dal ministero delle Imprese e del Made in Italy per finanziare il contratto di sviluppo siano già disponibili e potranno essere attivate non appena l’azienda presenterà domanda di accesso a seguito della conclusione del piano industriale”. Su questo le parti si ritroveranno il 30 ottobre per fare il punto e monitorare la situazione, ma come aveva ribadito l‘Ad Menecali in occasione della presentazione della mostra in corso al PalaSì, “il futuro di Ast dipende dall’energia”.
Fim Cisl: definire un percorso chiaro
Una situazione dunque ancora interlocutoria che i sindacati stessi non mancano di sottolineare. In una nota, Valerio D’Alò, segretario nazionale di Fim Cisl e Simone Liti, segretario regionale umbro spiegano di avere accolto “con estremo favore” le parole del ministro, ma vedono “ancora alcune nubi sulla concretizzazione dell’accordo di programma”.
Secondo D’Alò e Liti, il sindaco di Terni, presente all’incontro, “definisce lontana la firma“, mentre “l’azienda da parte sua conferma la volontà di portare a termine gli investimenti così come programmati con 240 milioni impegnati su efficientamento degli impianti, 140 milioni su interventi impiantistici, 27 milioni su elettrolizzatori, 109 su salute e sicurezza, 411 milioni su acciaio magnetico”.
“Come Fim – scrivono D’Alò e Liti – abbiamo lanciato un allarme al governo. Queste continue contraddizioni tra le istituzioni locali e le aziende coinvolte non aiutano il confronto e la realizzazione degli investimenti, anzi, possono solo danneggiare e rallentare i tempi di rilancio e dell’occupazione”. La Fim ha quindi chiesto “di definire un percorso che ci porti alla discussione di dettaglio del piano industriale, anche alla luce delle sue modifiche emerse e che il governo eserciti la sua influenza perché le parti coinvolte possano addivenire a un accordo di programma”.
Fiom Cgil: ancora troppe incertezze
Il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo, il responsabile nazionale della Siderurgia per la Fiom-Cgil Loris Scarpa, e i segretari generali della Cgil di Terni e della Fiom-Cgil di Terni Claudio Cipolla e Alessandro bocciano invece l’esito dell’incontro: “Occorre al più presto risolvere le incertezze che da troppi anni colpiscono le condizioni dei lavoratori e impediscono un reale sviluppo del futuro industriale dell’azienda, dell’intero territorio ternano e della siderurgia italiana”
“Azienda, Governo e Istituzioni locali – spiegano i dirigenti sindacali – non hanno ancora fissato una data per la conclusione del percorso, e sulla criticità dell’energia azienda e Governo hanno preso tempo fino al 2029. Prendiamo atto, inoltre, di un rallentamento degli investimenti annunciati nelle linee guida del piano industriale del 1° aprile 2022”
Uilm: dubbi da sciogliere, facciamo presto
Sulla stessa linea Guglielmo Gambardella, Segretario nazionale Uilm, e Simone Lucchetti, Segretario Uilm Terni che parlano invece di tanti nodi ancora da sciogliere: “Non vogliamo in alcun modo sentite parlare di un ridimensionamento sia del piano industriale che del sito ternano, perché questo territorio ha già pagato” continuano.
“Come Uilm abbiamo richiamato ancora una volta le istituzioni al senso di responsabilità per una rapida soluzione della vertenza da cui dipende il futuro dell’intera città ed il destino di migliaia di famiglie” aggiungono.
Fismic Confsal: poche risposte
Ancora più dura la nota di Fismic Confsal, firmata da Giovacchino Olimpieri, segretario nazionale, Marco Bruni, coordinatore Ast e Roberto Rocci delle Rsu Ast. “Siamo preoccupati – scrivono – perché non ci sarà alcuna situazione strutturale prima del 2029, data di scadenza delle concessioni energetiche. Anche sulla soluzione “ponte” che il Ministero sta valutando non sono emerse novità significative. La nostra sensazione è che fra le parti ci siano ancora enormi distanze. Esprimiamo la nostra preoccupazione per l’assenza di un piano chiaro e definito per il futuro di Ast e dei suoi lavoratori: non è possibile che si debba attendere fino a quella data”.
Tutte le sigle sindacali hanno inoltre chiesto che venga attivato un tavolo di confronto sul piano industriale. Ma Urso ha spiegato che non se ne parlerà prima delle elezioni.