Secondo l’analisi del sistema Excelsior, condotta da Unioncamere e Anpal, in Umbria sono previste 14.050 assunzioni per il trimestre ottobre-dicembre 2023, con un calo di 410 posizioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il report sottolinea che solo il turismo e i servizi riescono a contenere parzialmente questa contrazione, anche se la maggior parte delle offerte riguarda contratti a termine, con poche opportunità di stabilizzazione.
Il settore turistico, infatti, registra un aumento delle assunzioni, con 210 nuovi contratti, pari a un incremento del 9%, mentre il comparto dei servizi vede una crescita di 130 posizioni. Tuttavia, la situazione è diversa per altre aree: “industria manifatturiera e costruzioni subiranno una perdita complessiva di 420 contratti”, afferma il rapporto, un dato influenzato dal recente ridimensionamento degli incentivi governativi per il settore edile.
A livello provinciale, Terni è la più colpita, con un calo del 5,1% nelle assunzioni, a fronte del -2,1% di Perugia. La riduzione maggiore a Terni si spiega con la minore rilevanza del turismo nella zona, un settore che, come evidenziato dal report, rappresenta l’unico ambito in grado di resistere. Tre contratti su quattro saranno a tempo determinato, e solo il 13% riguarderà posizioni tecniche e specialistiche, una percentuale inferiore alla media nazionale.
Il presidente della Camera di commercio di Perugia, Giorgio Mencaroni, ha spiegato che “il rallentamento economico nazionale ed europeo ha impattato anche in Umbria”, dove diversi comparti, tra cui industria e costruzioni, hanno ridotto la produzione e, di conseguenza, le assunzioni. Mencaroni osserva che ottobre potrebbe essere l’unico mese del trimestre a registrare una crescita, grazie all’ultimo periodo di alta stagione turistica. La situazione è aggravata dall’instabilità geopolitica internazionale, che ostacola gli scambi commerciali e pesa sulle esportazioni umbre, un settore tradizionalmente rilevante per l’economia regionale.
Oltre il 54% delle imprese umbre ha difficoltà a trovare i profili professionali richiesti, soprattutto per le competenze tecniche e specialistiche, in parte anche per via di un mercato che propone poche posizioni destinate a laureati, solo il 10% rispetto alla media nazionale del 14%. Di queste, circa un terzo sono riservate a giovani sotto i 30 anni e il 20% agli stranieri, con prospettive di stabilità ancora limitate.
Secondo Mencaroni, la priorità per le imprese umbre è quella di aumentare la competitività attraverso la digitalizzazione e la transizione ecologica, due fronti indispensabili per mantenere il tessuto economico della regione. “Ci aspetta un trimestre in chiaroscuro”, ha concluso Mencaroni, ricordando che le difficoltà attuali spingono la regione a investire nel miglioramento delle competenze e nella diversificazione settoriale, per affrontare le sfide del mercato del lavoro.