Monta la polemica sulla sicurezza dopo l’ennesimo episodio di violenza contro il personale sanitario. Giovedì sera, al Pronto soccorso dell’ospedale di Terni, un paziente ha dato in escandescenze durante l’attesa per una radiografia, culminando in un’aggressione fisica ai danni di un’infermiera.
In una nota la Uil Fpl dell’Azienda ospedaliera di Terni, lancia l’allarme: “la sicurezza del personale sanitario, in Umbria, è ormai un’emergenza”. Il sindacato definisce quella vista giovedi come “una scena purtroppo ricorrente: un paziente classificato come codice minore ha iniziato a insultare e urlare contro il personale, nonostante la presenza di altri pazienti fragili e anziani in attesa”. In questo caso, come ricorda il sindacato, “il personale è intervenuto rapidamente nel tentativo di calmare la situazione, ma la persona coinvolta ha reagito con ulteriore aggressività. “Il paziente ha cercato di colpire con un pugno il medico che è riuscito a schivarlo, ma il fendente ha raggiunto in pieno volto un’infermiera, colpendola a un occhio e causandole un trauma oculare e un visibile ematoma”.
Il sindacato denuncia che i Pronto soccorso umbri non dispongono di un adeguato presidio di sicurezza. “Nel nostro caso, addirittura, il poliziotto si trova in una zona distante dal pronto soccorso e soltanto per alcune ore al giorno”, si legge nella nota. Il sindacato si chiede cosa sarebbe potuto accadere se l’aggressore fosse stato armato, sottolineando la necessità di una presenza fissa delle forze dell’ordine nei locali del Pronto soccorso, in contatto diretto con operatori e cittadini.
Oltre alla sorveglianza costante, la Uil Fpl chiede un piano di sicurezza interna aggiornato e puntuale (DVR), in grado di prevenire e gestire tempestivamente episodi simili. Un’episodio simile, con un’aggressione al personale medico ed infermieristico era andato in scena anche pochi giorni fa al Cup dell’ospedale San Giovanni Battista di Foligno, anche in questo caso con una dottoressa presa a calci e pugni.
La nota della Uil Fpl non si limita a puntare il dito sulla sicurezza, ma affronta anche il contesto più ampio in cui questi episodi si verificano. “Occorre ricondurre coerentemente questi eventi criminosi, sempre più frequenti, alla ormai insopportabile inadeguatezza del servizio sanitario nazionale”, afferma il sindacato.
Si parla di un personale sanitario sotto organico, spesso sottopagato e dimenticato dopo gli elogi ricevuti durante la pandemia. “Ricordiamo le sviolinate in occasione della pandemia, alle quali non ha fatto seguito un bel nulla di efficace”, denuncia la sigla, che chiede con forza una revisione delle priorità nazionali, a fronte di un sistema che appare sempre più trascurato.
Sugli stessi toni anche la Fp Cgil: “Non è tollerabile che il personale sanitario, che già opera in una condizione di carenza, con turni faticosi e stressanti, con un sempre crescente sovraffollamento di pazienti, debba essere soggetto ad aggressioni da parte degli utenti”.E dato che a breve partiranno proprio i lavori per l’ampliamento del Pronto soccorso, come annunciato dal direttore della Asl Piero carsili, il sindacato chiede da subito “che il posto di Polizia sia spostato da dove è al momento ubicato e sia in una posizione ben visibile all’interno dei locali del Pronto soccorso; l’aumento del personale sanitario e la formazione del personale”.
E ancora: “La solidarietà non basta. È necessario, trovare soluzioni, sono anni che denunciamo le difficili condizioni di lavoro del personale dell’azienda ospedaliera in generale e in particolare del pronto soccorso. Ora è il tempo delle soluzioni, prima che succeda l’irreparabile. Se l’aggressore fosse stato armato? Ora ci troveremo a piangere l’ennesimo morto sul lavoro”. Poi l’attacco diretto: “Questi sfoghi violenti non possono diventare lo sfogo violento di chi non vede soddisfatte le proprie aspettative di salute da un sistema sanitario sempre più distante dai bisogni delle persone”.