Inceneritore Bioter, diffida contro la riaccensione: “Serve valutazione impatto sanitario”

L’associazione Verdi Ambiente e Società contro la Regione Umbria: “Prima valutazioni sanitarie e ambientali, poi l’eventuale riavvio”

È scontro sull’impianto di coincenerimento Bioter di Terni, recentemente riattivato. A lanciare l’allarme è l’associazione Verdi, Ambiente e Società (VAS), che attraverso una diffida formale inviata alle autorità competenti, chiede di bloccare la messa in esercizio dell’impianto fino al rispetto di specifici obblighi normativi e sanitari.

Il documento, firmato dal presidente pro tempore Stefano Zuppello e dall’avvocato Valeria Passeri, invita la Regione Umbria e gli altri enti interessati “ciascuno per la sua competenza” a non procedere con la riattivazione dell’impianto. Alla base della richiesta, una serie di criticità che l’associazione ritiene non ancora superate.

Tra queste, VAS elenca la necessità della “redazione e pubblicazione di una Valutazione di Impatto Sanitario”, il “completamento dei monitoraggi ambientali e sanitari” e l’“adempimento delle prescrizioni dell’Aia vigente”. Tutti passaggi che, secondo la diffida, dovrebbero precedere qualsiasi tentativo di riattivazione dell’impianto situato nella zona industriale di Terni. L’associazione chiede anche di “garantire la partecipazione pubblica”, elemento considerato fondamentale in materia ambientale.

“Non si può procedere a una riattivazione che ignora i principi di tutela della salute e dell’ambiente”, affermano i rappresentanti di VAS, che richiamano anche numerose determinazioni regionali e sentenze di natura amministrativa passate.

Il documento preannuncia anche azioni legali in caso di mancata sospensione del procedimento di riavvio. La diffida avverte infatti che si procederà con “ricorso al Tar dell’Umbria o ricorso straordinario al Presidente della Repubblica” per ottenere l’annullamento dell’autorizzazione dirigenziale n. 2748/2025. La motivazione? “Violazione delle normative sanitarie, ambientali e di partecipazione”.

Inoltre, l’associazione non esclude un esposto alla Procura della Repubblica di Terni e alla Procura Contabile e una segnalazione alla Commissione Europea per violazione delle Direttive dhe regolano la gestione ambientale e il diritto dei cittadini alla partecipazione nei procedimenti decisionali.

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