Un duro confronto si è acceso tra Italia Nostra e Fiom Cgil di Terni, all’indomani della pubblicazione di una nota dell’associazione ambientalista, che ha fortemente criticato la gestione del trasporto delle scorie fuse all’interno dell’Acciai Speciali Terni (Ast), dopo la morte del giovane Sanderson Mendoza, avvenuta tre mesi fa in un incidente sul lavoro.
A sollevare la questione è stato Andrea Liberati, presidente di Italia Nostra, che con un comunicato dal titolo eloquente – “Terni, trasporto scorie incandescenti, il vuoto dell’accordo di programma: nulla cambierà nemmeno dopo l’incidente mortale” – ha attaccato duramente l’azienda e il silenzio, a suo dire, di istituzioni e sindacati.
“Arvedi-Ast lo ha scritto senza pudore, come se nulla fosse accaduto – ha denunciato Liberati, facendo riferimento ai contenuti dell’accordo di programma- Nonostante la tragica morte di Sanderson e i milioni pubblici coinvolti, il trasporto delle scorie fuse a oltre 1000 gradi continuerà su gomma. Nessuno dice nulla: né politici, né sindacalisti, né Inail». Poi l’affondo: «Era così impossibile imporre un sistema meccanizzato su binari? O una tecnologia alternativa? Si continua con un medioevo trasportistico: camion con paiola incandescente al seguito. Le persone sono numeri?”
Liberati ha anche denunciato la mancata trasparenza dell’accordo: “Il documento ufficiale non è trapelato. Che strano. Eppure è lì, nero su bianco, con l’ennesimo schiaffo alla città e ai suoi martiri del lavoro”.
La replica non si è fatta attendere. Alessandro Rampiconi, segretario generale della Fiom Cgil di Terni, ha risposto in modo netto: “L’accordo di programma non era lo strumento deputato a risolvere questi problemi specifici, che pure vanno affrontati. Ma non si può ignorare il percorso già avviato”.
Il sindacalista ha ricordato che, dopo la tragedia, “i colleghi di Sanderson hanno promosso uno sciopero durato sei giorni, fermando l’intera area a caldo. Questo ha portato a un accordo migliorativo, che ha previsto più pause, più personale, una squadra di pronto intervento stradale e l’uso del Kirow solo per le paiole vuote, con il trasporto della scoria liquida affidato al Kress, considerato più sicuro”.
Rampiconi ha poi evidenziato il ruolo della Fiom: “Abbiamo collaborato con la magistratura fin da subito, consegnando documenti e richieste di incontro già dal 2020 a Tapojarvi. Siamo pronti a costituirci parte civile nel processo”.
E infine, la stoccata: “Riteniamo inutili e dannose certe prese di posizione generiche e strumentali, che non rispettano l’impegno di chi lotta per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Sanderson e la sua famiglia meritano giustizia, non gogna mediatica”.