Una vicenda iniziata tre anni fa e mai risolta sta coinvolgendo un gruppo di cantonieri della Provincia di Terni, seguiti dal sindacato CSA RAL. Al centro della disputa, la restituzione di un’indennità di vigilanza concessa senza preventiva richiesta da parte dei lavoratori e oggi reclamata indietro da Palazzo Bazzani.
Come spiega Sergio Silveri, segretario provinciale della sigla, “ai cantonieri della Provincia di Terni prima è stata concessa l’indennità, senza che nessuno di loro l’avesse mai richiesta, e ora gli viene richiesta indietro sempre da Palazzo Bazzani. Per un motivo o per un altro, questo è quello che, fatti alla mano, sta succedendo ai cantonieri interessati ancora in servizio”.
Secondo il sindacato, l’indennità era stata riconosciuta in seguito a formazione specifica e rilascio di un tesserino di abilitazione, con lo scopo di remunerare il controllo sul corretto utilizzo delle strade provinciali. Dopo mesi di attività svolte “con la massima diligenza”, la Provincia avrebbe però avviato – tra aprile e maggio 2022 – il procedimento di recupero delle somme, motivate dall’assenza di un inquadramento formale nell’area di vigilanza per i percettori.
Il nodo principale riguarda la modalità di recupero: l’ente chiederebbe la restituzione dell’importo nella misura lorda, comprensiva degli oneri fiscali già versati dai lavoratori, mentre – secondo la giurisprudenza – l’eventuale recupero dovrebbe essere effettuato al netto delle imposte.
Per questo, diversi cantonieri si sono rivolti al giudice del lavoro. Silveri sottolinea: “Richiamiamo la Provincia al buon senso del buon padre di famiglia, senza necessità di aggravare il procedimento. Se il dispositivo di sentenza di maggio 2025 appare frutto di un’erronea lettura degli atti, è ben definito il limite del carico fiscale nelle motivazioni: quanto richiesto va osservato che il dipendente debba riversare gli importi riscossi al netto del carico fiscale”.
Dal maggio scorso, il sindacato ha avanzato proposte di accordo transattivo per chiudere la vertenza senza ulteriori cause, ma, riferisce Silveri, “sembra che dall’altra parte ci sia un muro di gomma”.
La questione, per i lavoratori, va oltre il mero aspetto economico: “È una battaglia di diritto e contro l’inequità – afferma Silveri –. C’è in ballo la dignità di un cittadino che vuole pagare le tasse, ma in modo equo e secondo la Costituzione. Le decisioni né prima né dopo sono state prese dai cantonieri, che restano spettatori incolpevoli. Dopo tre anni sono ancora costretti a lottare per i loro diritti”.
Il sindacato ribadisce la disponibilità a trovare una soluzione condivisa: “Pur nella diversità di vedute, ci sono tutti i presupposti per chiudere la vicenda, se solo ci fosse volontà da parte della Provincia”.