Crisi dei negozi, Confcommercio Terni: “Approccio integrato e rigenerazione urbana per ripartire”

In 12 anni l’Italia ha perso quasi 118 mila negozi al dettaglio. Terni e Perugia seguono il trend della desertificazione commerciale. Le proposte di Confcommercio.

Confcommercio Terni interviene con una dura nota sull’indagine dell’Osservatorio Città e Demografia d’impresa, frutto della collaborazione tra l’Ufficio Studi di Confcommercio e il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne che ha certificato la crisi del commercio al dettaglio sul territorio con  quasi 118 mila esercizi tradizionali e 23 mila attività di commercio ambulante persi fra il 2012 ed il 2024.  A fronte di questo calo, si registra un incremento nelle attività legate all’ospitalità e alla ristorazione, che contano 18.550 nuove imprese, anche se non in modo uniforme su tutto il territorio.

I centri storici risultano le aree più colpite, superando in chiusure le periferie. Una tendenza che, come ribadisce Confcommercio, richiede “interventi urgenti per preservare i negozi che danno vita al tessuto urbano”.

Anche in Umbria, e in particolare nelle città di Terni e Perugia, si riscontrano dinamiche simili. Su un totale di 122 Comuni analizzati, Terni si posiziona al 46° posto per numero di imprese commerciali cessate tra il 2012 e il 2024, mentre Perugia si colloca al 35°.

Entrando nel dettaglio, nel centro di Terni si contano 85 chiusure di esercizi al dettaglio, pari a una riduzione del 22%, e 180 in periferia, ovvero un calo del 19%. A differenza del trend nazionale, anche hotel, bar e ristoranti mostrano segni di contrazione, sia nel centro (-2,8%) sia nelle zone periferiche (-7,3%). L’unica eccezione è rappresentata dai ristoranti, in crescita del +9,2% nel centro e del +12,1% nelle aree extraurbane.

Tuttavia, nel quinquennio 2019-2024, si registra un’inversione di tendenza: nel centro cittadino hanno chiuso 7 ristoranti (-7,8%), con una sostanziale stabilità nelle periferie. Secondo Confcommercio, questa dinamica sarebbe imputabile agli effetti ancora persistenti della pandemia e alla scarsa ripresa dei flussi turistici nei contesti urbani.

In questo scenario di trasformazione, il presidente di Confcommercio Terni, Stefano Lupi, sottolinea l’importanza della collaborazione tra istituzioni e realtà territoriali:
“Per affrontare efficacemente le sfide del commercio e della città è indispensabile una collaborazione sistematica tra l’Amministrazione comunale e i diversi attori socio-economici territoriali”, afferma Lupi, evidenziando come solo un approccio integrato possa consentire scelte coraggiose e l’attuazione di una governance strategica coerente.

Secondo Lupi, spazio urbano, servizi e risorse devono essere concepiti come beni comuni, accessibili a tutti e capaci di stimolare la partecipazione attiva di imprenditori e cittadini nella rigenerazione urbana. In tale direzione, iniziative culturali, commerciali e di promozione dell’accoglienza diventano leve centrali per la vitalità della città.

Il presidente insiste anche sulla necessità di intervenire in modo mirato sugli strumenti urbanistici e commerciali:
“Occorre innovare nella definizione e gestione degli strumenti urbanistici e nella programmazione commerciale per le medie superfici di vendita”, dichiara, riferendosi alle osservazioni presentate durante la modifica del Documento di Programmazione Comunale, che secondo lui avrebbero evitato “l’ennesima autorizzazione all’apertura di una media superficie di vendita.”

Lupi indica tra le priorità migliorare l’attrattività del centro cittadino, la fruibilità, la sosta, la sicurezza e la promozione turistica, attraverso partenariati pubblico-privati.

In risposta a queste esigenze, Confcommercio Terni ha avviato il progetto Cities, una piattaforma multidisciplinare concepita per promuovere una visione integrata della città, favorire politiche condivise per lo sviluppo urbano e supportare il miglioramento della qualità della vita cittadina.

“Siamo convinti che questo percorso aprirà una nuova fase di condivisione delle strategie con l’Amministrazione comunale”, conclude Lupi, “e permetterà di intervenire più efficacemente anche a livello di politiche regionali, innescando i necessari processi di innovazione e cambiamento nella pianificazione urbana.”

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