Pendolari, treno avanti piano almeno fino a Giugno: “Rfi e Salvini spieghino”

Il treno IC 598 continuerà a viaggiare sulla linea lenta oltre il 25 aprile, con ritardi di oltre 30 minuti. Protestano i pendolari orvietani: "Scelte inaccettabili e istituzioni assenti". Ascani scrive al ministro.

“La beffa è servita. Anzi, riservita.” È con queste parole che i pendolari orvietani esprimono la propria frustrazione per l’ennesimo ritardo del treno Intercity 598 Roma Termini–Firenze. Il convoglio, che parte ogni giorno dalla Capitale alle 18.15, continuerà a viaggiare sulla linea lenta tra Roma e Orte, prolungando la durata del viaggio fino a fine orario invernale, e forse anche oltre.

Insomma le proteste andate in scena sia in forma ufficiale che con diverse missive (l’ultima lo scorso Marzo) non sembrano aver avuto effetto se è vero che la notizia del ritardo è stata addirittura confermata da una comunicazione ufficiale inviata da Rete Ferroviaria Italiana al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti “Per il treno IC 598 si prevede il prolungamento del provvedimento di inoltro in linea Lenta, con un allungamento di percorrenza di circa trentacinque minuti fino a fine orario”.

Dunque tutti a casa – ad Orvieto – non prima delle 19.48, quasi mezz’ora in più al giorno, almeno fino a Giugno. Poi Dio provvede.

La decisione di non reindirizzare il treno sulla Direttissima ha generato profondo malcontento anche per il silenzio delle istituzioni, che secondo i comitati dei pendolari non stanno difendendo i diritti dei cittadini. In una nota carica di amarezza, si legge: “L’indignazione cresce nei confronti di RFI perché in una precedente lettera di risposta al Mit veniva scritto: ‘Saranno vagliate soluzioni di sistema anche in relazione al treno 598’. La soluzione di sistema è questa: linea lenta ad oltranza”. Nel mirino anche Comune di Orvieto e Regione Umbria. Non citato, ma destinatario evidente l’assessore De Rebotti:  “Viene da chiedersi se esistano umbri di serie A e umbri di serie B”, si legge nella nota diffusa dai pendolari.

L’assessore ai trasporti della Rupe, Gianluca Luciani dal canto suo, dice che “le decisioni di Rfi sono inaccettabili” e ha allacciato i contatti col comune di Chiusi per cercare di ridurre insieme i disagi:  La situazione – dice – penalizza -oltr modo i pendolari orvietani e non sono più giustificabili l’inerzia e i ritardi della Regione Umbria nella riattivazione del tavolo tecnico di confronto con le istituzioni ferroviarie per affrontare e risolvere le criticità dei collegamenti sul nostro territorio. Sapevamo ed eravamo preparati ai disagi che in questi mesi ci sarebbero stati per i cantieri Pnrr aperti su tutta la linea ferroviaria  ma non possiamo accettare che gli effetti negativi in Umbria ricadano quasi esclusivamente sul territorio orvietano. De Rebotti dal tavolo regionale non si è fatto più sentire. Nè ha riattivato quello con Rfi e Trenitalia che aveva costituito la precedente giunta regionale”

Incidentalmente va ricordato che Luciani è dello stesso partito del Ministro dei Trasporti. Al quale si rivolge in una interrogazione la deputata dem Anna Ascani: “Per i pendolari umbri non c’è pace, solo continue e ripetute beffe – scrive -Questo significa che chi lavora o studia a Roma per tornare a casa ci metterà molto più tempo: in altre parole ulteriori disagi e complicazioni nell’assoluto disinteresse del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Non è accettabile – prosegue – che i pendolari umbri vengano trattati come cittadini di serie B, costretti ad arrabattarsi per poter andare in ufficio, all’università. Presenterò una nuova interrogazione al ministro Salvini, continuando a sollecitare risposte e impegni concreti. Così si mettono in ginocchio famiglie e cittadini”

A Spoleto, peraltro, non va meglio: dal 25 al 28 aprile verranno chiuse via Flaminia e via Sandro Pertini per i lavori al raddoppio della linea Orte-Falconara, con deviazioni obbligatorie del traffico veicolare e dei mezzi pubblici. Solo i residenti e i mezzi di soccorso potranno accedere in alcune aree, mentre ai veicoli con massa superiore a 3,5 tonnellate sarà vietato il transito su parte del tratto.

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