Le statistiche recentemente diffuse dall‘Istituto Italiano di Statistica (Istat) delineano un quadro preoccupante per il futuro di Terni e dell’Umbria, inserendosi in un trend nazionale di “inverno demografico” che richiede interventi strategici e urgenti. Nel corso del 2023, la provincia di Terni ha registrato 1.100 nascite, evidenziando un calo del 2,3% rispetto all’anno precedente. Di queste, 588 sono avvenute nel comune di Terni, segnando una tendenza al ribasso che si estende a tutta la regione umbra, dove le nascite hanno toccato quota 4.800, con un decremento del 3,4% su base annua.
L’età media al parto per le donne ternane si attesta sui 32,7 anni, marginalmente superiore alla media regionale. Il numero di figli per donna, invece, si ferma a 1,08, inferiore sia alla media regionale che a quella nazionale, quest’ultima ferma a 1,20. Questi numeri non solo confermano la difficoltà nel mantenere una crescita demografica stabile, ma mettono anche in luce la necessità di politiche di sostegno alla famiglia e alla natalità che possano invertire questa tendenza.
L’età media dei residenti nel ternano, che si posiziona a 49,3 anni, sottolinea ulteriormente il problema, classificando la provincia tra le più “vecchie” d’Italia e ben al di sopra della media nazionale. Con una popolazione che supera di poco le 216.000 unità nella provincia e di 106.400 nel comune di Terni, il tasso di variazione negativo (-4,3) si configura come uno dei più severi a livello nazionale, complicando ulteriormente il quadro demografico.
Il numero dei decessi, che nel 2023 ha raggiunto i 3.107 casi, di cui 1.447 nel solo comune di Terni, evidenzia una situazione critica: ogni giorno, in media, quattro persone sono decedute mentre meno di due bambini sono nati. Questa disparità tra nascite e decessi riflette non solo una crisi demografica, ma anche la necessità impellente di politiche efficaci per stimolare la natalità e attrarre nuove popolazioni nel territorio.