L’Umbria continua a occupare una delle posizioni più alte nella triste classifica nazionale per il numero di vittime sul lavoro, come evidenziano i dati dell’Inail elaborati dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering di Mestre. Nonostante non sia al primo posto come nel 2023, la regione mantiene un dato allarmante, con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale, che vede una percentuale di 15,4 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori.
L’Umbria è dunque in zona rossa, con 7 morti sul lavoro dall’inizio dell’anno. Questo la rende la sesta regione per incidenza di decessi sulla popolazione occupata, con un tasso di 19,4 per milione di lavoratori. Questo valore corrisponde al 1,9% del totale dei deceduti in Italia, rispetto ai 361.596 occupati umbri. Regioni come Valle d’Aosta (35,2), Trentino (29,5), Sicilia (21,3), Campania (20,8) ed Emilia Romagna (20,03) presentano tassi ancora peggiori.
Nella provincia di Perugia, l’incidenza delle morti sul lavoro è di 21,6 per milione di occupati, un dato che la colloca al 29esimo posto nazionale con 6 decessi su 278.247 lavoratori. Va meglio per la provincia di Terni, che si trova al 61esimo posto con 12 decessi per milione di occupati, corrispondenti a un decesso dall’inizio dell’anno su 83.349 lavoratori.
Nel 2023, l’Umbria era al primo posto con un’incidenza di 31,2 per milione di occupati, contando 11 vittime, che rappresentavano il 3,2% dei decessi totali in Italia. Anche Terni era in zona rossa, al 21esimo posto con un’incidenza di 24 per milione di occupati, mentre Perugia era al 13esimo posto con un’incidenza di 33,4 per milione, con 9 decessi.
Situazione nazionale e settori più colpiti
A livello nazionale, nei primi sei mesi del 2024, si contano 469 vittime, 100 in più rispetto al mese scorso e 19 in più rispetto a fine giugno 2023. A crescere del +5,2% sono ancora le morti in occasione di lavoro,segnalando un’emergenza di insicurezza nei luoghi di lavoro. L’incidenza più elevata si registra nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (65,8), seguita dalla fascia tra i 55 e i 64 anni (23,8).
Il settore delle costruzioni registra il maggior numero di decessi in occasione di lavoro, con 68 vittime, seguito dalle attività manifatturiere (47), trasporti e magazzinaggio (34), e commercio (26). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali è quella tra i 55 e i 64 anni, con 122 decessi su un totale di 364.
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 28, mentre altre 12 sono decedute in itinere, ossia nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 81, con 22 decessi avvenuti a causa di un infortunio in itinere. Il martedì risulta essere il giorno più luttuoso della settimana, con il maggior numero di infortuni mortali (21,2%).