I sindacati degli inquilini dell’Umbria si sono riuniti per richiedere una revisione della legge regionale 23 del 2022, che, con una modifica introdotta nel 2023, esclude dall’assegnazione degli alloggi popolari non solo chi ha compiuto reati, ma anche i membri del nucleo familiare. Questa normativa, secondo i sindacati, viola il principio secondo il quale la giustizia penale è personale, estendendo in modo iniquo le conseguenze di un reato a familiari che non ne sono coinvolti.
Durante una conferenza stampa tenutasi il 2 ottobre 2024 presso la sede della Uil a Perugia, i rappresentanti dei sindacati – tra cui Cristina Piastrelli del Sunia, Rossano Iannoni, Gino Bernardini, Gianluca Ciambelli e Ribac Aurel – hanno evidenziato i profili di incostituzionalità della norma, sostenendo che essa lede il diritto alla casa, un diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione. I sindacati contestano anche la richiesta di riabilitazione per chi ha già scontato la propria pena, considerando la misura eccessiva e contraria ai principi di giustizia.
Casi limite e impatto sociale
Nel corso dell’incontro sono stati citati casi particolarmente emblematici per sottolineare le ingiustizie provocate dall’applicazione della legge. Tra questi, quello di un uomo, oggi disabile, condannato 30 anni fa per un reato di ricettazione e che ha scontato la pena con i servizi sociali, ma che si è visto negare l’accesso a un alloggio popolare. Un altro caso riguarda una madre, che si è vista respingere la domanda di assegnazione per via del passato della figlia, uscita dalla tossicodipendenza da più di dieci anni.
Richiesta di fondi per la manutenzione degli alloggi
I sindacati, oltre a sollecitare la modifica della legge, hanno messo in evidenza un altro grave problema: la situazione critica degli alloggi gestiti dall’Ater, l’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale. Si stima che circa 1000 appartamenti siano vuoti a causa del loro stato di deterioramento. Si tratta di oltre il 13% del patrimonio immobiliare dell’Ater, una condizione che aggrava ulteriormente il problema della disponibilità di alloggi popolari.
I rappresentanti dei sindacati hanno chiesto ai candidati alla presidenza della Regione di impegnarsi a stanziare almeno 4 milioni di euro all’anno per le manutenzioni, con l’obiettivo di ristrutturare e rendere abitabili almeno 200-300 appartamenti ogni anno. L’auspicio è che tali interventi possano dare una risposta concreta all’emergenza abitativa che colpisce molti cittadini umbri.
Verso una class action?
Il malcontento dei sindacati potrebbe tradursi in un’azione legale collettiva. Le organizzazioni, infatti, stanno valutando la possibilità di avviare una class action per difendere i diritti degli inquilini e delle loro famiglie. La normativa attuale, secondo i rappresentanti, non solo è ingiusta, ma crea una situazione di precarietà abitativa per migliaia di persone che, pur avendo scontato i loro debiti con la giustizia, continuano a subire conseguenze discriminatorie.