Amelia, l’elettrocardiogramma è urgente ma le danno appuntamento dopo 9 mesi

La vicenda di una donna di 85 anni. Ma un servizio de Le Iene evidenzia come è la negligenza delle Asl a negare il rispetto delle priorità

Un’attesa di quasi un anno per un semplice elettrocardiogramma. È questa la vicenda che ha coinvolto una donna di 85 anni, residente ad Amelia, la quale, dopo aver richiesto l’esame il 19 novembre 2024, si è ritrovata a fronteggiare continui rinvii e difficoltà nel fissare un appuntamento tramite il servizio sanitario regionale. Ne riferisce Il Messaggero.

Dopo numerose verifiche in farmacia, l’anziana ha scoperto che le liste d’attesa erano chiuse. Nel frattempo, il suo stato di salute è peggiorato, con episodi di fiato corto e battiti accelerati. Impossibilitata ad attendere oltre, ha deciso di rivolgersi a un ambulatorio privato, pagando 130 euro per ottenere l’esame in tempi rapidi.

A distanza di pochi giorni, tuttavia, il Centro Unico di Prenotazione (CUP) ha comunicato la disponibilità di un appuntamento per il 3 agosto 2025. La situazione ha subito un’ulteriore complicazione quando, poco dopo, lo stesso CUP ha spostato la data al 3 novembre, generando ulteriore confusione e frustrazione.

La vicenda evidenzia ancora una volta i problemi persistenti nelle liste d’attesa del servizio sanitario, nonostante l’adozione dei Raggruppamenti di Attesa Omogenea (RAO), un sistema che assegna priorità alle visite specialistiche in base all’urgenza. Le categorie previste sono: U (Urgente): entro 3 giorni, B (Breve): entro 10 giorni, D (Differita): tra 30 e 60 giorni P (Programmata): entro 300 giorni

Nonostante questi criteri, la signora ha dovuto affrontare un’attesa ben superiore ai limiti previsti, evidenziando le difficoltà di accesso a prestazioni mediche essenziali. La disparità con il settore privato, dove l’esame è stato garantito in poche ore, mette in luce le criticità della sanità pubblica e la necessità di interventi per ridurre i tempi di attesa. Fra l’altro, come evidenziato proprio nei giorni scorsi da un servizio del programma “Le Iene”, la legge stabilisce che le liste d’attesa non possono essere chiuse e il servizio sanitario è obbligato a fornire tutte le opzioni possibili anche a distanza di molti chilometri se rientrano nell’ambito di influenza della Asl per rispettare le priorità. O in alternativa, ad indirizzare verso strutture private, ma col solo pagamento del ticket.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

L'avvocato Caforio: strutture sovraffollate con fino a 6 detenuti per cella, servono interventi urgenti sul...
Elevate sei sanzioni per uso improprio del mezzo nell'ambito dei controlli alla movida...
Francesca Basilici, madre della ventunenne con precedenti penali e problemi psichiatrici, lancia un appello: "Due...

Altre notizie