“Non si può morire al lavoro, non si può morire a 26 anni. La morte di Sanderson è l’ennesima di una lunga scia di sangue che con cadenza quasi giornaliera riempie le cronache del lavoro. Una strage inaccettabile in un paese che si definisce civile e che non accenna a rallentare nonostante gli appelli e le norme”. A parlare a margine della morte di Sanderson Mendoza, il ventiseienne dell’Ecuador ustionato dall’incendio del klinger per le siviere lunedì scorso sono Valerio D’Alò, segretario Fim Cisl Nazionale e Simone Liti, segretario regionale degli stessi metalmeccanici, che definiscono l’accaduto “inaccettabile”.
“La lotta contro, gli infortuni e le morti sul lavoro richiede un impegno costante e collettivo da parte di tutti. Non si può uscire di casa per andare al lavoro e non farvi ritorno – sottolineano i sindacalisti- Non ci sono più nemmeno le parole per descrivere quella che è un’emergenza nazionale, dobbiamo per quello che ci è possibile, continuare a tenere alta l’attenzione e promuovere una cultura diffusa della sicurezza nei luoghi di lavoro. È necessario che tutti: dalla società civile, agli imprenditori, alle istituzioni, si adoperino affinché nei luoghi di lavoro ogni vita sia protetta, tutelata e valorizzata. Solo attraverso uno sforzo congiunto e partecipato possiamo arrivare a ridurre al minimo e portare a zero, il numero di queste tragedie e costruire un mondo in cui ogni persona possa uscire di casa e andare al lavoro in piena sicurezza e dignità”.

Da ieri sera le maestranze di Ast sono in sciopero, per tutta la giornata odierna, indetto dalle RSu di Ast ed esteso a tutto il personale diretto e delle ditte terze di Arvedi Ast e Tubificio. In una nota le Rsu di azienda invitano la stessa “a comunicare a tutti i capi servizio lo stop produttivo”. Lo sciopero terminerà alle 22 di oggi
La morte cambia ovviamente lo scenario anche dell’indagine della Procura di Terni, ora per omicidio colposo, senza persone al momento iscritte nel registro degli indagati, con fascicolo in mano al sostituto procuratore Marco Stramaglia.
Intanto, l’azienda Tapojarvi, per cui lavorava il giovane operaio ha anche proposto di creare un gruppo di esperti per il supporto psicologico dei lavoratori, colleghi dell’operaio rimasto gravemente ustionato nell’incidente del 10 marzo. Una opportunità per fronteggiare questa delicata fase, alla quale i dipendenti potranno scegliere volontariamente di aderire.
La decisione è stata comunicata nel corso degli incontri che nelle ultime giornate si sono svolti tra aziende Tapojarvi e Arvedi Ast Acciai Speciali Terni con i rappresentanti sindacali e delle Rsu dopo il tragico infortunio avvenuto all’interno del polo siderurgico di Terni.
“Come sindacati – ha spiegato Alessandro Rampiconi, segretario generale della Fiom Cgil di Terni – abbiamo richiesto, tra l’altro, di garantire ore di riposo aggiuntive per ridurre il tempo di guida sui mezzi, che trasportano le scorie liquide. Richiesta accolta da Tapojarvi. Così come altre richieste che vanno dal miglioramento tecnologico dei mezzi, all’illuminazione, dai punti antincendio alla tempestività della manutenzione dei percorsi ogni qual volta ne emerga la necessità”. Di questo si ritornerà a parlare dopo lo sciopero.
A mezzogiorno Tapojarvi ha ossrvato un minuto di silenzio in tutti gli stabilimenti del mondo per la scomparsa del dipendente. Contestualmente sono state messe le bandiere a mezz’asta da parte di Arvedi Ast.