“È inaccettabile che il prezzo da pagare per lavorare debba essere quello di oltre mille morti l’anno”. Con queste parole i sindacati hanno aperto la fiaccolata silenziosa organizzata mercoledì sera a Terni per dire “basta ai morti sul lavoro” e rendere omaggio alle ultime vittime umbre: Sanderson Mendoza e Umberto Rosito.
In circa 400 hanno partecipato alla manifestazione promossa da Cgil, Cisl e Uil, che ha preso il via da piazza Don Bosco per concludersi in piazza Europa, nel cuore della città. Candele accese, silenzio e dolore condiviso hanno accompagnato la marcia, simbolo di un grido collettivo contro una strage che non accenna a fermarsi.
“Bisogna rimettere al centro dell’attenzione il valore del lavoro”, ha dichiarato Claudio Cipolla della Cgil, sottolineando l’importanza del dialogo istituzionale: “Ben vengano quei percorsi che stiamo cercando di fare, anche con il nuovo Prefetto. Speriamo venga sottoscritto al più presto il protocollo. Chiediamo alla Regione di ragionare insieme per creare una nuova cultura su questa materia”.
Numeri allarmanti: già 11 morti sul lavoro in Umbria nel 2025
Riccardo Marcelli, segretario della Cisl Umbria, ha denunciato i numeri drammatici della regione: “Nel 2025 sono già 11 i morti sul lavoro. Una cifra che mette l’Umbria sul podio di questo triste primato”. Per Marcelli, serve un cambio radicale di approccio: “Dobbiamo invertire questo fenomeno. Come? Serve cultura. Una cultura della sicurezza che coinvolga lavoratori, associazioni datoriali e istituzioni”.
Il dolore per le vittime e la richiesta di giustizia
Il ricordo di Umberto Rosito, travolto e ucciso mentre lavorava lungo l’autostrada A1, e di Sanderson Mendoza, morto dopo giorni di agonia in seguito a un incidente nell’acciaieria di Terni, ha attraversato con forza la fiaccolata. “Questa strage deve trovare una fine”, ha detto Fabio Benedetti della Uil, rilanciando una proposta forte: “Vogliamo che venga istituito il reato di omicidio sul lavoro”.
I sindacati chiedono strumenti legislativi più incisivi, controlli più serrati, investimenti in prevenzione e formazione. Il lavoro, hanno ribadito, non può e non deve essere causa di morte.
Nei video, per gentile concessione di TeleGalileo, le dichiarazioni dei tre segretari Claudio Cipolla, Riccardo Marcelli e Fabio Benedetti