Il carcere di Terni ha segnato una svolta storica nel sistema penitenziario italiano. Nella mattina di venerdì è infatti andato in scena il primo incontro in assoluto tra un detenuto e la propria compagna all’interno della nuova stanza dell’affettività, allestita appositamente per consentire colloqui intimi in un ambiente dignitoso e riservato.
In un’atmosfera protetta dalla massima discrezione, un uomo di origini campane detenuto nell’area di alta sicurezza ha potuto incontrare la propria compagna per due ore. “Un piccolo miracolo organizzativo”, ha commentato l’avvocato Giuseppe Caforio, Garante dei detenuti dell’Umbria, che ha definito l’iniziativa “una sperimentazione andata a buon fine”.
Un ambiente pensato per la dignità e l’intimità
La stanza, unica nel suo genere in Umbria, è stata allestita in un’area vicina alla sala colloqui, per garantire la massima riservatezza. Dispone di un letto matrimoniale, bagno privato con doccia, televisore, tavolino e sedie, ricreando un contesto il più possibile simile a una normale abitazione.
“C’è soddisfazione perché tutto si è svolto in maniera regolare, ma è necessario mantenere la massima privacy per tutelare le persone coinvolte”, ha precisato Caforio all’ANSA. L’obiettivo dell’iniziativa è permettere una dimensione affettiva e relazionale anche all’interno del carcere, riconoscendo un diritto fondamentale spesso trascurato: quello alla vita affettiva e familiare.
Una sperimentazione che guarda al futuro
Attualmente, la struttura può ospitare fino a tre incontri al giorno, anche se al momento se ne svolge soltanto uno. Tuttavia, la domanda cresce e la necessità di ampliamento è concreta: “Ne servono però altre,” ha spiegato il Garante, “perché ci sono sempre più richieste da parte dei detenuti. Servono fondi per garantire parità nell’accesso ai diritti”.
La stanza dell’affettività di Terni- sulla quale i sindacati sono fortemente divisi – rappresenta un passo importante verso un sistema penitenziario più umano e rispettoso della persona, in linea con le indicazioni europee sui diritti dei detenuti. E proprio da qui, dall’Umbria, potrebbe partire una nuova visione della detenzione, che coniughi sicurezza e dignità.