Non c’era San Valentino, non c’era la Cascata, non c’erano i simboli classici di Terni, tranne il drago che compariva una volta. In compenso, però, sono arrivati pappagalli, vele e, solo per il Cantamaggio, è comparsa sui carri persino Alice, direttamente dal Paese delle meraviglie. Il Cantamaggio 2025 ha svelato nella serata del 30 aprile i sei carri in concorso, proposti da altretanti gruppi maggiaioli, pronti a contendersi la vittoria di questa edizione. Una sfilata con un percorso differente, che ha portato in piazza tante persone. Dal parcheggio della stazione ferroviaria fino a piazza Tacito, poi corso Tacito e piazza Europa, dove era il palco centrale e sul quale erano presenti anche le autorità, tra cui sindaci ed esponenti di altri comuni della provincia, compresi quelli che con i loro gruppi hanno partecipato alla sfilata.
Sfilata aperta dalla banda Tullio Langeli di Cesi e dalle majorettes di Configni. Poi un’altra banda musicale, quella di Avigliano Umbro. Tra i due corpi musicali, il corteo storico in costume di Collescipoli. A seguire, la afilata è entrata nel vivo con i sei carri in concorso.
In ordine di apparizione, il gruppo di Acquasparta ne ha presentato uno articolato, preceduto da coreografie a terra, grazie alle majorettes e ai ragazzi del Carnevale. Il carro si chiamava “Oltre la gabbia, la forza di scegliere la libertà“. Tocco esotico con i pappagalli, protagonisti dell’allegoria nella quale la ricerca della libertà è simboleggiata da gabbie aperte. In esse, gli uccelli che vi sono racchiusi possono comunque scegliere di volare via, diventando loro stessi padroni della loro libertà.
Polymer-Pallotta-Sabbione, nel suo “La vita è ‘na giostra” ha scelto l’allegoria di quelle che in ternano vengono chiamate le carrozzelle. Il carro riproduce un luna park pieno di luci e nel quale emerge il tema del divertimento. Con esso, viene fuori anche la voglia di restare vicini alle cose più piccole e piacevoli della vita e della gioventù.
Tema attuale e mondiale, invece, per l’allegoria scelta dal gruppo maggiaiolo di Montecastrilli. Il titolo era “No more war“. La lingua inglese, per uno slogan internazionale come la voglia di pace e la speranza che non ci siano più guerre. Il carro riproduce dei fiori, che simboleggiano la pace e la speranza, che spuntano accanto al rudere di un palazzo distrutto dalle bombe. In mezzo a questo prato fiorito, dei personaggi che indossano tute con cartelli contro la guerra, quasi a simulare una manifestazione pacifica di piazza.
Il carro del gruppo Aics Terni-Asd Il Salice era ispirato a un altro tema sociale molto sentito, cioè l’ambiente, “Natura contro” ha voluto rappresentare l’allegoria della natura posta al centro del carro, sotto forma di una regina che cerca di riportare tutto nella normalità, cercando di rimettere la natura stessa al centro della vita e cercando di sensibilizzare gli uomini ad averne maggiore rispetto. La natura come elemento che si identifica con la primavera, che poi è il tema del Cantamaggio.
Una barca a vela sul mare, spinta da una vela e dal soffio di un grande drago che è il simbolo di Terni, domina il carro “Alta Marea“, dei Giovani maggiaioli arronesi. Anche qui, si fa riferimento al conflitto tra uomo e natura, dove questa imbarcazione naviga su acque alte e burrascose. Ma grazie a questa vela, riesce ad affrontarle e a superarle. Proprio come fa Terni, in questo caso rappresentata dal suo drago, capace di affrontare mille tempeste con le sue ali e con il suo fuoco.
Ultimo carro in concorso (in ordine di sfilata) quella de Lu Riacciu. Qui, la tradizione maggiola classica è più rispettata, ma con una proiezione fiabesca. “Na primavera da favola“, fatta degli elementi che da sempre contraddistinguono i carri del Cantamaggio ternano. Si fondono, però, con il mondo di Alice nel Paese delle meraviglie. C’è anche la stessa Alice, sul carro. Con lei, i personaggi e i tanti elementi di fantasia che ha incontrato nel Paese da lei visitato nella fiaba di Lewis Carrol.
Ultimo carro, il settimo quello fuori concorso. Ancora Lu Riaccui, a realizzarlo. Altro non era che il consueto carro gastronomico, dal quale si distribuivano a tutti piatti di penne all’arrabbiata.
Rivediamo nella gallery tutti carri in concorso. Voi, quale preferite?