Ketamina in forte ascesa, eroina in declino quasi ovunque e cannabis saldamente al primo posto tra le sostanze più consumate in Italia. Sono i dati principali emersi dall’analisi delle acque reflue condotta su scala nazionale, che ha coinvolto 38 città, tra cui capoluoghi di regione e mete turistiche. Il progetto, finanziato dal Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio e curato dal laboratorio dell’Istituto Mario Negri, fa parte della Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze.
Lo studio si basa sulla misurazione dei residui di sostanze psicoattive nelle acque reflue, evidenziando l’andamento dei consumi settimanali (misurati in dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti). I risultati del 2024 sono stati confrontati con quelli rilevati tra il 2020 e il 2022. Un quadro che sostanzialmente conferma quanto nei giorni scorsi aveva spiegato Marco Cuccuini, il responsabile del SerD, particolarmente sulle nuove droghe.
Il consumo di ketamina è aumentato in modo significativo, passando da una media di 4,9 mg a 7,3 mg per 1.000 persone al giorno. Le città che mostrano le impennate più marcate sono Trieste, Bologna e Milano, dove l’uso risulta triplicato o addirittura quadruplicato. Gli esperti ipotizzano che l’incremento sia legato a un uso ricreativo della sostanza, sebbene non si escluda del tutto una componente terapeutica, che andrà verificata con i dati di prescrizione.
L’eroina mostra un trend opposto: il consumo è in forte diminuzione nella maggior parte delle città italiane. Tuttavia, Terni e Verona rappresentano un’anomalia: in queste due realtà il dato resta stabile o addirittura in crescita. In particolare, Terni emerge come una delle città con i livelli più alti (7,5 dosi/giorno ogni 1.000 abitanti), seguita da Perugia (3,5 dosi). Nel resto dell’Italia centrale, dove storicamente la diffusione era significativa, si registrano ora riduzioni importanti, con cali rilevati ad Ancona, Roma, L’Aquila, Firenze, Pescara e Campobasso.
La cannabis, come nelle rilevazioni precedenti, si conferma la sostanza psicoattiva più diffusa. I livelli medi nazionali si attestano su 52 dosi giornaliere ogni 1.000 persone. A livello locale, si segnalano forti differenze: Bologna, Roma e Olbia superano le 95 dosi, mentre città come Trapani e Vibo Valentia si fermano a 14-15. Solo Torino e Trieste registrano un calo nei consumi.
La cocaina è la seconda droga più consumata in Italia, con una media di circa 11 dosi/giorno ogni 1.000 persone. Il consumo è in aumento in città come L’Aquila, Potenza, Terni, Latina e Verona, mentre è in calo a Bari e Perugia. In alcune realtà, come Aosta e Belluno, i valori risultano addirittura raddoppiati rispetto agli anni precedenti.
Le sostanze sintetiche – ecstasy, metamfetamina e amfetamina – rappresentano un segmento più limitato ma in crescita. Bologna e Milano sono tra le città con i livelli più alti di metamfetamina (rispettivamente 1,1 e 0,7 dosi), seguite da Roma e Venezia. L’ecstasy presenta dati in aumento in quasi tutte le città monitorate, con valori record a Bologna, Milano e Trieste.
Il report comprende anche l’analisi delle nuove sostanze psicoattive (NPS), tra cui oppioidi sintetici, triptamine e catinoni. In tutto sono state rilevate 60 diverse NPS, sebbene i consumi restino ancora contenuti. I catinoni sintetici risultano i più diffusi tra queste nuove droghe, mentre non sono stati rilevati fentanili o altri oppioidi sintetici di tipo ricreativo, lasciando supporre che i tracciati di fentanyl rilevati siano legati esclusivamente a usi terapeutici.
Secondo i ricercatori, l’analisi delle acque reflue fornisce un indicatore affidabile e tempestivo dell’andamento del consumo di sostanze in Italia, complementare ai dati ufficiali basati su denunce o ricoveri. Il progetto proseguirà con una frequenza semestrale, per monitorare nel tempo i cambiamenti nei comportamenti di consumo.