Torna a parlare il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, dopo il recente intervento di elogio degli agenti fatto dal garante dei detenuti Giuseppe Caforio. A parlare è il segtetario per l’Umbria Fabrizio Bonino. Destinaria della missiva il provveditorato umbro-toscano
Caforio, visitando le carceri di Orvieto e Terni aveva elogiato la professionalità e lo spirito di sacrificio della Polizia Penitenziaria umbra. “Mentre un’autorità esterna riconosce pubblicamente l’impegno eroico degli agenti, i vertici dell’Amministrazione Penitenziaria tacciono, ignorando una crisi che mette a rischio ogni giorno la sicurezza del personale e dei detenuti: questo è un paradosso”, dice Bonino.
Che poi parte lancia in resta: “Il Garante ha descritto una situazione al collasso: celle sovraffollate (fino a 4-5 detenuti in spazi per 2), carenze organiche croniche, e personale costretto a turni estenuanti per supplire a mansioni che vanno ben oltre il loro ruolo – dall’assistenza sanitaria al controllo di detenuti con gravi patologie psichiatriche. Eppure, nessuna risposta concreta arriva dai dirigenti nazionali o regionali”
Di nuovo nel mirino la decisione di scaricare sull’Umbria – e particolarmente a Terni – detenuti ad alta pericolosità, aggravando una crisi già insostenibile, “senza consultare chi opera in prima linea. Manca da anni un Provveditore dedicato all’Umbria, lasciando la regione in balia di decisioni esterne che peggiorano la già precaria gestione”
“C’è chi ci definisce baluardo del sistema – dice Bonino mentre l’amministrazione ignora le richieste di rafforzamento organico (a Terni mancano 68 agenti, a Orvieto 10); non attiva le Rems costringendo gli agenti a fare da infermieri a detenuti psichiatrici; silenzia sulle proteste per le condizioni di lavoro, mentre i suicidi e gli atti di autolesionismo tra i detenuti aumentano in tutta Italia”
Poi le richieste del Sappe Umbria: “Nomina immediata del Provveditore regionale per l’Umbria, per interrompere la subordinazione alla Toscana e garantire autonomia decisionale; piano urgente di assegnazione di Polizia Penitenziaria e redistribuzione del personale per coprire i vuoti organici; investimenti nelle rems e nel potenziamento sanitario, per restituire agli agenti il loro ruolo istituzionale.Non basta elogiarci – conclude- Servono fatti. Se i vertici non ascoltano, saremo costretti a misure più drastiche per farci sentire”