Polveri e ambiente, il comitato Prisciano Terni Est: “Tempo di azioni concrete”

Conferenza stampa del comitato insieme a Italia Nostra, WWF Terni e Mountain Wilderness, per rilanciare l'allarme sull'inquinamento ambientale che affligge la città.

Sabato mattina a Terni, la conferenza stampa tenuta dal neo-costituito comitato Prisciano-Terni Est, insieme a Italia Nostra, WWF Terni e Mountain Wilderness, ha rilanciato l’allarme sull’inquinamento ambientale che affligge la città. Giorgia Menciotti, voce del comitato, ha espresso la crescente preoccupazione dei cittadini per la salute pubblica a causa dell’espansione delle particelle metalliche nell’area, un problema che affligge non solo la zona di Prisciano e Borgo Bovio ma tutta la conca ternana.

“Quando sento parlare di sostenibilità ambientale delle acciaierie, penso alle polveri che continuano ad invaderci nelle nostre abitazioni, che ricoprono piazzali, auto, piante, tetti, grondaie,” ha detto Menciotti, descrivendo i depositi metallici difficili da rimuovere che danneggiano superfici e oggetti. Durante l’evento è stato mostrato un campione di queste polveri, che si attaccano alle calamite, segno della loro natura metallica.

Giorgia Menciotti

Il comitato ha evidenziato l’aumento dei livelli di nichel e cromo esavalente, noti per essere cancerogeni, con riferimenti ai dati di Arpa del periodo 2021-2023. La situazione è aggravata dal divieto ancora in vigore di coltivare ortaggi nella zona, una misura di sicurezza risalente a un’ordinanza dell’ex sindaco Di Girolamo.

Menciotti ha lamentato la mancanza di analisi recenti su prodotti come latte, uova e ortaggi, annunciando che il comitato chiederà spiegazioni alla Usl. Ha anche descritto la quotidiana esposizione a odori nauseabondi e vibrazioni del suolo che disturbano la vita domestica.

“Sarebbe bellissimo se i progetti che ci hanno illustrato venissero realizzati. Ma, sinceramente, dopo tutti questi anni ci sono solo dubbi, rabbia e sconforto,” ha dichiarato Menciotti, riflettendo sulle promesse non mantenute e sul disincanto crescente della comunità.

Marco Sansoni di Italia Nostra ha ricordato le promesse fatte ai cittadini di Papigno decenni fa, smentite dagli eventi successivi. “Sessant’anni fa ai cittadini di Papigno che ponevano dubbi sull’inquinamento del loro borgo, gli venne detto che dovevano portare pazienza, che in fondo quelle polveri e quei sedimenti erano innocui. Non era così, oggi la pazienza è finita e soprattutto c’è maggiore consapevolezza,” ha detto Sansoni, esprimendo la necessità di interventi concreti e non ulteriori rinvii.

Giuseppe Rinaldi del WWF ha sottolineato l’urgenza di affrontare le criticità ambientali storiche di Terni, inclusa la bonifica del sito di interesse nazionale di Papigno, uno dei più inquinati d’Italia. Ha appoggiato l’uso di tecniche avanzate per il ‘landfill mining’, ma ha sottolineato la necessità di procedere in modo coordinato con la bonifica del sito.

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