Una lunga vicenda giudiziaria si chiude. Un’anestesista di 45 anni, in forza all’azienda ospedaliera di Terni, è stata assolta con la formula “per non aver commesso il fatto” dalle accuse di aver causato lesioni gravi a una neonata durante il parto avvenuto nell’agosto del 2016 presso l’ospedale ‘Santa Maria’. La dottoressa, per la quale l’accusa aveva richiesto una condanna ad un mese di reclusione, era stata portata a processo in seguito a una denuncia dei genitori del neonato e alle indagini susseguenti. Ne dà conto UmbriaOn.

La professionista era accusata di non aver erogato un’adeguata assistenza anestesiologica alla partoriente, in particolare di aver praticato in modo non corretto l’anestesia spinale necessaria per il parto cesareo, costringendo successivamente i colleghi a procedere con un’anestesia totale. Secondo l’accusa, questa ulteriore somministrazione avrebbe causato una grave depressione cardiorespiratoria nella neonata, con conseguente ipossia. La piccola era stata quindi trasferita d’urgenza all’ospedale di Perugia, dove, fortunatamente, era stata salvata grazie alle cure della terapia intensiva neonatale.

Il giudice Elisa Fornaro ha pronunciato l’assoluzione della dottoressa, avvalendosi della modalità del giudizio abbreviato, dopo un’accurata valutazione delle prove raccolte durante il processo. La difesa dell’anestesista ha potuto contare sul contributo del professor Vito Aldo Peduto, già ordinario di anestesiologia all’università di Perugia, confrontandosi con i periti nominati dal tribunale. Questo confronto si è reso necessario dopo un incidente probatorio avvenuto nel 2017, durante il quale il lavoro di un team di periti, nessuno dei quali specializzato in anestesiologia, era stato messo in discussione.